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Intervista a Papito Jala Jala - di Enzo Conte

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RACCONTACI UN PO’ CHI E’ PAPITO JALA JALA
Io sono un lavoratore portoricano a cui piace molto ballare la salsa.Mi identifico con lei profondamente, la considero parte della mia vita. (...)
io non ho mai frequentato nessuna scuola di ballo. La mia scuola è stata la strada, il guardare la gente ballare, andando anche a vedere i ballerini che si esibivano nei locali; personaggi che ammiravo come Roberto Roena e Anibal Vàsquez, i quali secondo me sono i pionieri della salsa ballata qui a Puerto Rico.(...)
Quello che io insegno nella mia scuola è che la salsa si deve ballare con il cuore, si deve sentire e godere, deve essere parte di te stesso. Ad esempio, io sono una buona forchetta, mangio molto e ballo tanto, godo di quel che mangio cosi come godo mentre ballo. Per me il piacere per il cibo e il ballare salsa sono due cose che vanno di pari passo. Bisogna amare e saper apprezzare quelli che sono i piaceri della vita…
Io amo ballare e godo quando ballo specificamente per dare soddisfazione alla gente. Ho la fortuna che quello che faccio su un palcoscenico piace al pubblico. Però io non ballo solo per loro, ballo per divertirmi e per godere io prima di tutto. (...)


QUANDO SI COMINCIO’ A BALLARE LA SALSA A PUERTO RICO?
Secondo la storia... ( Hey!, ho solo 43 anni, non portarmi così lontano nel tempo), ti parlerò partendo della mia epoca, di quello che ho vissuto a partire dei miei 13 anni. So che se ne parla già dagli anni ‘50, almeno cosi ho sentito e mi hanno riferito. Io parlo di quel che ho visto anche in televisione, come i signori Roberto Roena, Anibal Vàsquez, Cuqui Roena. C'erano altri ballerini che secondo me non hanno avuto una giusta collocazione nell'ambiente del ballo, come i signori Tito Bei e Vitìn Canales, persone che tu non conosci, uno vive in Puerto Rico, l'altro a New York.
Ma sono molti i bravi ballerini presenti nella scena di Puerto Rico. Io personalmente riconosco il valore di ognuno di loro. Io sono stato anche fortunato nel poter continuare ad andare avanti con il ballo, perché come già ho detto lo amo ed è parte della mia vita. Continuerò a ballare finché le mie gambe mi reggeranno, fin quando riuscirò a dare me stesso e la mia arte alle persone.

MA IN QUELL’ EPOCA COME SI CHIAMAVA IL BALLO SE LA PAROLA SALSA ANCORA NON ESISTEVA?
L'impiego della parola salsa è nuovo. Come balli esistevano: la charanga, la pachanga, il son montuno, il cha-cha-cha, il guaguancò.Il guaguancò, però non era quello cubano, era una cosa tutta nostra. Tutti e due partono della stessa radice, ma mentre il cubano va verso il son, il nostro rimane molto più attaccato alla radice boricua, quindi a delle movenze meglio identificate con la nostra tradizione, anche se non so come siamo arrivati a dargli questo nome.
Come balli esistevano anche la guaracha, il bolero, la plena e la bomba che sono i nostri balli tradizionali. A Puerto Rico, esistono dei gruppi musicali e di ballo che si dedicano alla bomba e la plena, come i Fratelli Ayala, i Fratelli Cepeda, e tanti altri. (...)

COME SI BALLA LA SALSA? QUAL’E’ LA FORMA PIU’ CORRETTA DI BALLARE LA SALSA?
Io ballo alla mia maniera, cioè come Papito Jala Jala, anche se questo non è necessariamente corretto. Io solo intendo che la salsa si deve ballare con sentimento, swing, sabor, come una parte di te stesso(...)
Sono convinto che se balliamo come già ti ho detto con sabor, il dilemma di ballare sull’uno o sul due non esiste (...)
Papito balla sul due, però con il proprio stile, e nessuno balla come lui o come il suo gruppo di ballo, perché la nostra peculiarità ed essere noi stessi.

VORREI UNA TUA OPINIONE SUL BALLO A CUBA E SUI BALLERINI CUBANI
Io ho molta simpatia per il popolo cubano. Credo che Cuba è il posto dove la gente ha più swing, in maniera esagerata. Mi incanta lo stile cubano. Ho portato un po' di questo swing sia nel mio stile che dentro il mio gruppo di ballo. Io mi identifico molto con loro. Li vedo molto simili a noi, perché, loro vivono e godono di quel che fanno. I loro movimenti mostrano il loro calore umano. Spero di poter tornare a Cuba il più presto possibile, per prendere delle lezioni di ballo con il coreografo del Tropicana. In altre occasioni non ho avuto il tempo. Vorrei restare almeno una settimana e farmi 8 ore giornaliere di lezione sul folclore cubano per unire alcuni aspetti delle loro danze alle mie coreografie.

UN’ ULTIMA DOMANDA SU NEW YORK
New York è molto cambiata in quanto allo stile di ballo. Posso dire che ci sono tante compagnie di ballo. Io non sono nessuno per criticare, però credo che loro abbiano perso il senso del sentir la musicalità in quanto alla espressione del sentimento. Le compagnie più che ballare salsa ballano hustle, ballano con tanti giri, senza una vera e propria armonia in relazione alla musica. Poco swing e sabor. Penso che sia un modo molto americano d'interpretare la salsa, che, al contrario, io considero una cosa molto portoricana...